I volti dei senza volto

Stefano Soresina, detto Sorex , nasce a Genova nel lontano (si fa per dire) 6 Marzo 1987.

Cresce (non ha ancora smesso) a Genova, innamorandosi di quella anziana e meravigliosa, un po’ schiva signora che è. Habitat perfetto per colui che farà della fotografia la sua più grande passione.
De André la cantava, esaltandone il cuore, l’anima; quei famosi ‘carruggi’ dove il piccolo Stefano cammina in un Mondo colorato da ‘storiche’ botteghe, antichi palazzi al cui interno sono celati insospettabili affreschi, piccole e grandi chiese,  alcune monumentali, là dove non ti aspetteresti di trovarle.

Un centro che è storico ma anche vivo, laboratorio di convivenza tra diversi colori, etnie, culture e religioni. Una città antica ma in continua evoluzione; basti pensare al Porto Antico e alla sua rinascita.
Stefano farà tesoro proprio di questa peculiarità! Nelle sue foto spesso spiccano i contrasti di una vecchia città tutt’altro che morta.

Genova però è anche città di mare, con un grande porto, di gente che viene e che va. Ma anche città che si arrampica su fino alle colline; di gente radicata sul territorio e attaccata alle proprie tradizioni.
Troveremo tutte queste contrapposizioni nella fotografia di Stefano, il cui amore per Genova lo spingerà a volerne catturare l’anima, portandolo infine ad un quotidiano impegno per la fotografia.
Nel frattempo si iscrive alla Facoltà di Informatica, laureandosi nel Marzo 2013, con una tesi su applicazioni Android ed approfondimenti di Networking. Nel Settembre 2013 prende parte al suo primo corso di fotografia.

Tuttora lavora sviluppando siti web ed è un grande appassionato anche di Tecnologia e Cinema. Il suo sogno è di poter lavorare integrando tutte queste passioni, che ben si collegano fra di loro.
Come la sua città, anche Sorex è in evoluzione. Finora si è dimostrato un valido fotografo di paesaggi naturali ed urbani, sia per quanto riguarda l’architettura ed i monumenti, sia per le scene di vissuto quotidiano. Ama i contrasti, le contraddizioni; fotografare le mille sfumature che lo circondano, cogliendone l’essenza anche in bianco e nero.
‘Mischiando’, perché no, ‘il sacro al profano’. L’antico al moderno. I colori alle tonalità di grigio.

Negli uomini non esiste veramente che una sola coerenza: quella delle loro contraddizioni.
(Guido Morselli)